Omertà

Nuggy

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CANZONI D’ONORE, SANGUE E OMERTÀ

Le feste religiose in Calabria sono un’occasione importante per ascoltare la musica.
Molti suonatori vi si recano, portando con loro gli strumenti musicali tradizionali. Durante le feste si suona e si balla, si ascolta suonare e si guarda ballare. La musica poi si puó anche comprare. Una presenza presenza costante alle feste é infatti quella del venditore ambulante di musicassette, che offre la sua merce su una bancarella. In contenitori di legno sono esposte le copie dei piú recenti successi della musica pop e raccolte degli anni ’60 e ’70.
In tutte le bancarelle c’é inoltre un settore dedicato alla musica tradizionale calabrese.
All’interno di questo settore, guardando bene, si trovano anche le canzoni della ’ndrangheta.

La vendita di prodotti dedicati alla ’ndrangheta ha suscitato recentemente dibattiti e polemiche in Italia e altrove. Il fenomeno é stato valutato inquietante per l’aperta rivendicazione dei „valori mafiosi“ che alcune canzoni contengono, ma anche poco interessante in quanto le canzoni non sarebbero, per alcuni, che una semplice parodia del comportamento „malandrino“.
Le cose sono un po’ piú complesse.

La ’ndrangheta é attualmente un’organizzazione meno permeabile e piú agguerrita rispetto a Cosa Nostra e alla camorra. Per la ’ndrangheta il controllo (anche militare) del territorio é essenziale. La semplice reperibilitá di queste registrazioni sul mercato calabrese, conferma la forte presenza dell’organizzazione. Le musicassette sono quindi una „colonna sonora“ della ’ndrangheta, ascoltate prevalentamente dai suoi affiliati, che ritrovano le regole e le „storie
Esemplari“ di questa associazione mafiosa.

I canti della ’ndrangheta sono anche la trasformazione di un repertorio piú antico, quello dei canti di malavita e di carcere, che rivendicano l’innocenza, oppure esprimono ad alta voce l’orgoglio di essere „mafiosi“. Oltre ai canti di carcerati, in questi CD vi sono brevi testi e intere canzoni il cui contenuto é una chiara descrizione del comportamento dell’affiliato alla ’ndrangheta. Si veda ad esempio il brano „I Cunfirenti“ (dal Vol. I), nel quale il modo di fare del confidente di polizia viene stigmatizzato e punito, anche con la morte.
Piú in generale tutti i comportamenti dello ’ndranghetista sono descritti, spesso minuziosamente: l’affiliazione, il modo di discutere con altri membri dell’“onorata societá“, le risposte da dare alle forze dell’ordine, l’omertá, etc.

Le musiche sono molto diverse tra di loro. I brani piú tradizionali sono le tarantelle, eseguite con organetto e tamburello.
Anche ai mafiosi piace ballare le tarantelle, ed ecco spiegato il motivo della loro presenza in queste raccolte. Ma non sempre i suonatori tradizionali sono stati d’accordo ad accompagnare con i loro strumenti il ballo dei „malandrini“: Alcuni hanno preferito smettere di suonare, piuttosto che piegarsi alle richieste di qualche mafioso. Molto curiosa é la storia del piú grosso interprete del canto di carcerato Ciccio Scarpelli alias Fred Scotti, che finí ammazzato il 13 Aprile del 1971, per aver molestato la donna di un mafioso.
Quasi tutte le canzoni rilevano influenze della canzone artigiana dell’Italia meridionale e mediterranea.
In alcuni casi lo strumento musicale viene suonato come connotazione geografico-criminale (ad esempio lo scacciapensieri nel brano „Sangu Chiama Sangu“, Vol. I)

Da questa raccolta emerge un repertorio musicale di ’ndrangheta composito, nel quale sono presenti sia canzoni dal contenuto chiaramente apologetico, sia canzoni che ripercorrono le vicende della mafia in Calabria, sia ancora danze tradizionali inserite nell’ambito della musica degli “uomini d’onore“. La musica della „malavita“ rileva stratificazioni complesse, esito di vicende culturali e sociali diverse

http://www.malavita.com/
 
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